Testimoni
Il Libro delle nuove e strane e meravigliose cose è conservato in otto testimoni. Questi si dividono in codici di area nord-orientale, come Va8/Ur, e codici di area toscana o centrale. In ordine di antichità, sono di area settentrionale i quattro mss. siglati, «Lu», «Man», «Va» (sigle di Andreose, mantenute da Marchisio) e «Ve6» (Marchisio) / «M» (Andreose):A questa suddivisione geografica, Andreose (2000, 63 n. 27) ne sovrappone una di ambiente, distinguendo tra codici che rinviano a un ambiente religioso (Fi8/Co, Va7/Ba e Man), e codici prodotti in ambienti laici, notarili (Fi8/Ur) o mercantili (Rm3/An, Ve6/M, Lu).
Il manoscritto «Va8» (Marchisio)/«Ur» (Andreose)
Codice Urb. Lat. 1013 della Biblioteca Apostolica Vaticana (digitalizzazione a colori del codice in digi.vatlib.it/view/MSS_Urb.lat.1013; ultima cons. 5/5/24). Si tratta di un codice cartaceo (273x194 mm) di 57 ff., 55 ff. numerati (numerazione moderna in alto a destra, ritoccata per alcuni numeri), di cui i ff. 30 e 33 sono contati due volte, la seconda come «30a» e «33a» (fogli bianchi; numerazione più recente), scritti a piena pagina (30-40 righe ciascuna) in una minuscola cancelleresca vergata da più mani (Monaco 1978-1979, 190; Andreose 2000, 72). I fogli scritti sono protetti da due guardie iniziali (a f. II un’antica striscia di pergamena recita «Fr. Odorigo del Friuole delle nuove e miravigliose cose dell’India del 1331. Item un trattato di Fisica et alcuni secreti di mis. Tadeo da Fiorenza 1013») e da una legatura moderna in pergamena rigida. Il codice è composto di cinque fascicoli irregolari (16, 14, 8, 6 e 14 ff.) con filigrana a uno o due cerchi sovrapposti, simile a «Briquet n° 2939» («Cercle traversé par deux diamètres se coupant à angle droit»; Verona 1350; Treviso 1351-57; Bologna 1353). La filigrana, unitamente a quattro annotazioni, vergate a f. 32v, che riferiscono eventi legati a Verona e datati 1368 (arrivo di Carlo di Boemia a Verona «domenega XVII de çugno 1368»), 1374 (nascita di una non meglio nota «Bartolamea»), 1378-1379 (guerra tra Bernabò Visconti e Verona) e 1383 (contratto vergato da «messer Antonio dala Schalla»), spinge a collocare la produzione del codice a Verona nel terzo quarto del XIV secolo. Dall’analisi linguistica condotta da Alvise Andreose, la lingua del testo pare piuttosto conforme alla koinè veneta con alcuni tratti lombardo-emiliani, al punto che si potrebbe pensare a un copista ferrarese o mantovano (Andreose 2000, 58; 1996/1997, cap. 4). Il testo odoriciano si trova ai ff. 3r-28v, è preceduto da due prologhi e da un indice, diviso in 50 capitoli rubricati e corredato da 17 disegni a penna. Oltre al volgarizzamento, il codice contiene un’interessante compagine di testi tra loro molto eterogenei: due racconti (di un giovane posseduto dal demonio e di «uno archator, lo quale avea preso uno ruzignolo»), tre proverbi e una brevissima frottola (ff. 1r-2v); precetti religiosi («li articoli della fede» e altri, ff. 29v-32r; il f. 29r è bianco); una laude mariana in terza rima (ff. 31r-32r); una formula magica («Questa orattione àe questa vertude che…», ff. 33r-v); il volgarizzamento del Régime du corps di Aldobrandino da Siena ad opera di Zucchero Bencivenni («La santà del corpo», ff. 34r-42v, cfr. Marinetti 2018); dei precetti morali («[S]e vuoi avere buona vita in questo mondo…», ff. 43r-49v); il volgarizzamento del De regimine sanitatis di Taddeo Alderotti (ff. 50r-52r) e una cronaca della guerra tra il Barbarossa e i comuni italiani (ff. 52v-55v). Incipit del prologo I (f. 3r): «Comencemo i capitoli de lo libro de le nove e stranie e meravioxe cose»; segue indice delle rubriche (ff. 3r-5r); incipit del prologo II (f. 5r): «Comencemo i capitoli de lo libro de le nove e stranie e meravioxe cose»; incipit del capitolo 1 (f. 5r): «‹I›ncomencemo lo libro dele nove, stranie e meraviose cose che fra Odorigo de Friul, del’ordine d’i fra menori disse ch’avia trovado in le III Indie»; explicit del capitolo 50 (sottoscrizione di Odorico; f. 28v): «in quelle contrade in le qual mi despono de viver e de morir alla voluntade de Dio. Amen. Amen».
Il manoscritto «Fi8» (Marchisio)/«Co» (Andreose)
Le sigle Fi8/Co indicano il ms. Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale,Conv. Soppr. C.7.1170. Manoscritto membranaceo (260x185mm) di 100 ff. (più una guardia iniziale; bianchi i ff. 69v-70rv), che presentano tre numerazioni successive e parzialmente sovrapposte (a penna, nell’angolo superiore destro, per i ff. 1-3, 25-27, 53-54, 68-73; a matita, nell’angolo inferiore interno; ancora a penna, nell’angolo inferiore esterno, solo da f. 74). I ff. 2r e 49r recano, sul margine esterno, il timbro della Biblioteca di Santa Maria Novella, apposto con la revisione dell’inventario tra XVII e XVIII secolo. A f. Iv è presenta la precedente segnatura «VII.E.19». Il più antico manoscritto ad accompagnare la Relatio al Devisement dou monde poliano, il ms. Fi8/Co è composto da due unità codicologiche «realizzate separatamente ma in epoca coeva» e poi saldate insieme attraverso il rinforzo del dorso di una delle due legature, divenuta quella comune (in cuoio su tavola, impresso a secco con motivi geometrici); questa saldatura, che pare essersi realizzata presto presso il convento fiorentino (così indicherebbero segni di lettura e maniculae «ascrivibili al Trecento», cfr. Conte 2020, 63-65; Dutschke 1993, p. 569) testimonia il coinvolgimento dei domenicani nella diffusione anche di altri testi di viaggio oltre al Devisement, anche in lingua volgare. La prima unità codicologica (ff. 1r-70v divisi in sei quaderni da 10 ff.), contenente il Liber de conditionibus et consuetudinis orientalium regionum, traduzione latina del Milione realizzata da Francesco Pipino, è databile alla metà del Trecento e localizzabile tra Padova e Bologna (Conte 2020, 61, data questa sezione nel secondo quarto del Trecento; di stile bolognese è anzitutto la lettrine contenente il ritratto di Marco Polo e la decorazione a feuillages con medaglioni d’oro; Gadrat-Ouerfelli 2015, 72, lo colloca tra Padova e Venezia nel 1340-1360). La seconda unità codicologica (ff. 71r-100v divisi in 4 fascicoli, tre da 8 ff. e uno da 10 e scritti su due colonne) presenta iniziali filigranate e campite blu e rosse e una scrittura a colonne vergata da due mani (una di queste, resopnsabnile di alcune revisioni, si ritrova nella prima unità codicologica); contiene il volgarizzamento odoriciano. Quest’ultimo è preceduto da due prologhi e da un indice delle rubriche, è diviso in 50 capitoli rubricati e seguito da un’appendicedi altri 16 capitoli. Incipit del prologo I (f. 71ra): « Cominciano i capitoli de‧libro delle nuove e strane e meravilliose cose»; segue indice delle rubriche (ff. 71ra-73ra); incipit del prologo II (f. 73ra): «Incomincia i‧l libro delle nuove e strane e meravilliose cose che frate Odorigo di Friuli, dell’ordine de frati minori, disse che avea trovate oltra mare, nelle tre Indie»; incipit del capitolo 1 (f. 73ra): «Con ciò sia cosa che , per molti sia narrato e dicto di diverse e nuove e strane cose, delle usançe e conditioni e riti del mondo dovi a intendere e a sapere io frate Odorigo di Friuli, dell’ordine de frati minori»; explicit del capitolo 50 (sottoscrizione di Odorico, f. 96vb-97ra): «in quelle contrade nelle quali mi dispogno di morire e di vivere secondo la volontà di Dio»; incipit appendice (prologo, f. 97ra): «Prologo delle ‘nfrascritte meravigliose cose che’l preditto frate Odorico avea lasste di fare scrivere. Per cagione che’l ditto frate Odorigo disse a bocca»; explicit appendice (f. 100va): «Sopra quello ch’è scritto nel XXXII capitolo di Cunsai, disse ch’avea più gente che tutta Italia».
Il manoscritto «Lu»
«Lu»designa il ms. 1296 dellaBiblioteca Statale di Lucca, codice cartaceo (198x140 mm) le cui filigrane («Briquet 12127», tipo «Oiseau», Verona, 1467) rinviano ancora alla zona di Verona. Il codice contiene 75 ff. scritti a piena pagina, preceduti e seguiti da una carta di guardia, numerati (i ff. 72 e 73 recano anche una seconda numerazione che ne indica la loro posizione logica nel testo, ovvero ff. 18-19) e divisi in nove fascicoli di consistenza diversa. Come Fi8/Co, anche Lu unisce il volgarizzamento odoriciano (ff. 4r-22r e 72r-73v) al Milione, nella versione VA (ff. 22v-71v; per questa versione del testo poliano, cfr. Barbieri/Andreose 1999), facendole precedere da un sommario e indice dei capitoli del testo poliano (ff. 1r-3v). Nel contropiatto interiore si legge una nota autografa di Giacomo Lucchesini, possessore del codice («Fece e scrisse questo viaggio nel 1318»), mentre il colophon (f. 75v) recita: «Complito el libro dele cosse mirabile vedute per lo nobile homo miser Marcho Polo gientilomo de Venesia adì 12 de mazo 1465 per mi Danielo da Verona in sul ponte de’ Beretari al’onore e laude del’Onnipotente. Qui scripsit scribat semper cum Domino vivat»; chiudono il codice delle prove di penna e un elenco di porti e distanze tra Venezia e Gerusalemme (Monaco 1978-1979, 187). La legatura, in cartone, è settecentesca; la rifilatura dei fogli, nel margine esterno, rende illeggibili alcune lettere finali delle parole. Incipit comune ai due testi (f. 1r): «Comenzia i capitoli de questi doi libri dele cosse mirabile del mondo»; incipit prol. I volgarizzamento (f. 1r): «Dele cosse che se trova in la Persia, in India, al Chataio»; incipit del prologo II (f. 4r): «Libro dele meravegliose cosse vedute per frate Odorico de l’ordine di frati Menori»; incipit del capitolo 1 (f. 4r): «Con zo sic he per molti sia narrato e scrito diverse nuove e stranie cosse»; explicit del capitolo 50 (sottoscrizione di Odorico, f. 22r): «quelle contrade ne le quale mi dispono de viver e morir secondo la volontà de Dio. Amen amen amen. Finis».
Il manoscritto «Man»
«Man»è il ms.488della Biblioteca Comunale di Mantova, un codice cartaceo (210x135mm) con legatura in pergamena floscia (il dorso reca la scritta «India Mes[e]r Marco Polo»), composto da 76 ff. preceduti e seguiti da una carta di guardia (moderna) e numerati da mano moderna in alto a destra. Diviso in sette fascicoli da 10/12 ff., il codice presenta tre mani diverse (Andreose 2000, 77) e cinque filigrane, che rimandano a Venezia, Mantova, Treviso (Andreose, Ibid., riconosce i tipi «Briquet 2410, 2491, 2505, 3378, 3391»). Nel contropiatto anteriore, una mano moderna (XIX sec.) dedica il codice «Al molto recerebdo frate guar[diano?] G. santo Francesco di Mantova». Anche questo codice contiene il testo poliano nella redazione VA (ff. 1r-54r), seguito dal volgarizzamento odoriciano che inizia dal secondo prologo (in una versione ridotta) e si divide in 25 capitoli numerati e rubricati. Il colophon («») è vicino a quello di Lu: «Compliti sono questi due tractati dele cosse mirabile, uno secundo la relatione de misser Marcho Pollo […], l’altro secundo frate Odoricho…». Incipit del prologo II (f. 55r): «Dele cosse mirabile trovate in Asia, cioè in India er in le altre parte orientale, et viste per frate Ordoricho frate Minore de sancto Francesco»; incipit del capitolo 1 (f. 55r): «Cum ço sia cosa che per molti siano sta’ narate e dicte diverse e strane cosse»; explicit del capitolo 25 (sottoscrizione di Odorico, f. 74r): «Unde piacendo a Dio me dispose de vi[ve]re in queli nostri parte per reverentia de Dio e per la fede del nostro Signor Gesù Cristo. Deo gratias amen».
Il manoscritto «Va»
«Va» sta per il ms. Vat. Lat. 5256della Biblioteca Apostolica Vaticana. Si tratta di un manoscritto composito, membranaceo e cartaceo, risalente ai sec. XV-XVI e comprendente sette unità codicologiche. Il volgarizzamento occupa la seconda sezione, cartacea (216x146), comprendente i ff. 13-55: da 13 a 41 (ff. con numerazione antica da 1 a 29) si colloca il testo odoriciano, seguito da 42 a 55 (numerazione moderna) dal Naufragio di Pietro Quirini; alcuni fogli sono caduti tra ff. 41 e 42, mentre il f. 58, membranaceo, doveva essere la coperta originaria del fascicolo, poiché ne annuncia il contenuto: «Trattato di frate Odorico di Frioli e Naufragio del M. Pietro Quirini» (per il contenuto degli altri fascicoli cfr. Marchisio 2000, 37-38: si segnala la presenza, a ff. 59r-78v, del testo latino di Odorico, «Va2» in Marchisio, appartenente alla «redazione C/gruppo h» e «fase redazionale C»). Le filigrane del fascicolo rinviano a Treviso, Venezia, Vicenza (tipi «Briquet 3763, 5462-5463, 11875» in Andreose 2000, 74) e ne confermano il termine post quem fissato al 1431, data di redazione del Naufragio. Il testo del Libro è preceduto solo dal secondo prologo e diviso in 45 capitoli senza numerazione né rubrica. Incipit del prologo II (f. 13r): «Libro dele stranie et maravegiose chosse le qual vide frate Odorigo de Forioli de l’Ordine di Santo Franciescho»; incipit del capitolo 1 (f. 13r): «Con ço ssia cosa che per molti sia naratto et detto de divcerse et stranie cosse»; explicit del capitolo 45 (sottoscrizione di Odorico, f. 41v): «Et de dì in dì me dispongo de vivere et de morire segondo la volontade de Dio. Amen».
Il manoscritto «Ve6» (Marchisio) / «M» (Andreose)
Il ms. it. XI 32 (6672) della Biblioteca Nazionale Marciana è siglato «M» da Andreose e «Ve6» da Marchisio. Si tratta ancora di un codice cartaceo e composto da cinque manoscritti legati insieme tra XVII e XVIII secolo. Il manoscritto che contiene il testo odoriciano è il quarto (ff. 230r-273v; 298x221 mm), con una numerazione moderna in basso e una, più antica, in matita, per le sole cc. 1-19 (con 1bis). È diviso in tre fascioli diseguali (10+10+24 ff) e scritto da due mani: una mercantesca corsiva a tutta pagina (che trascrive il volgarizzamento) e un’altra, sempre mercantesca ma di modulo inferiore e a due colonne. Le filigrane rinviano a Venezia, Udine, Vicenza e alla prima metà del Trecento (Andreose 2000, 79 riconosce i tipi «Briquet 2402, 3984, 4476»). Il manoscritto contiene: il volgarizzamento odoriciano (ff. 230r-242v), preceduto dai due prologhi e dall’indice, diviso in 51 capitoli rubricati e seguito da un’appendice di altri 13 capitoli (parzialmente sovrapponibili a quelli di Fi8/Co); epitome di Riccoldo da Monte Croce (ff. 245r-248v); «Lo libro e lla instoria de Paris e de Viena» (ff. 250ra-271va; cfr. Babbi 1991). Incipit del prologo I (f. 230r): «Chominciamo li chapitolli dele nuove e stranie et meraviglosse chosse che fratte Odoricho di Friuli del’ordene di Menori»; segue indice delle rubriche; incipit del prologo II (f. 231r): «Chominziamo lo libro dele nuove e stranie et meraviglosse chosse che fratte Odoricho di Friuli del’ordene di Menori»; incipit del capitolo 1 (f. 231r): «Chon ciò sia chossa che per molti sia narrato e deto diverse et nuove et stranie chosse»; explicit del capitolo 50 (sottoscrizione di Odorico, f. 242v): «Et di die in die m’aparechio d’andare a quelle contrade nele quali mi dispognio di vivere et di morire seghondo la volontà di Dio. Amen. Amen»; incipit appendice (prologo, f.243r): «Per chagione che ’l detto frate Odoricho disse a bocca molte maravigliosse chosse che avea trovato»; explicit appendice (f. 244v): «li ebrei çioè giudei scriveno da man destra in sinestra per questo modo…».
Il manoscritto «Va7» (Marchisio) / «Ba» (Andreose)
Il ms. Barb. Lat. 4048 della Biblioteca Apostolica Vaticana, siglato «Ba» da Andreose e «Va7» da Marchisio, è un codice. cartaceo (296x204 mm) dell’ultimo quarto del Quattrocento, composto da 68 ff. preceduti da due guardie (una cartacea moderna e una membranacea) e seguiti da altre sei (quattro membr., le prime due numerate 67 e 68, e due cart.), e divisi in sei quaderni (uno da 12 ff., uno da 14 e quattro da 10). Restaurato nel 1984, possiede legatura moderna in cartone (ottocentesca) e reca nel dorso la scritta «Poesie e prose». Le filigrane rinviano a Firenze e Lucca («Briquet 6662, 9129», più un tipo simile a «Briquet 11727», cf. Andreose 2000, p. 72). Il f. 1r presenta lo stemma di un ordine religioso, forse femminile in quanto, sotto a una ghirlanda rossa, un cartiglio reca il motto «Perché è beata» (Ibid., p. 73). Contiene: indice moderno dei testi (f. 1r); Sfera di Goro Dati, con illustrazioni a colori (ff. 2r-26r); canzone petrarchesca («Io vo pensando e nel pensier m’assale», f. 26v-27v); volgarizzamento odoriciano, privo dei due prologhi e non diviso in capitoli (ff. 28r-42r); «Viaggio di Iacopo di Sanseverino» (ff. 42v-55r; cfr. Ramello 2023); quattro lettere (due di Brigida Baldinotti e due di Francesco Petrarca, ff. 55v-66r); «Rimedii contro alla afflizione et tedio della mente» (ff. 66r-68r). Incipit del volgarizzamento: didascalia rubricata (f. 28r): «Questo è uno viaggio [che] fee uno nobile divoto di Cristo Gesù chiamato frate Odorigo di Frigoli dell’ordine de’ frati Minori…»; primo capitolo (f. 28r): «Con ciò sia cosa che per molti sia narrato e detto diverse et nuove e strane cose»; explicit (sottoscrizione di Odorico, f. 42r): «altre assai provincie ch’io trovai et cose maraviglose non scrivo perché alle dette di sopra vere si dia fede, più che se tante incredibile fussono alcuni forse ignoranti mi riputerebbono cianciatore. Iddio e gran Signore può fare delle dette cose et molto maggiori cose. Amen. Deo Gratias».
Il manoscritto «Rm3» (Marchisio) / «An» (Andreose)
Il ms. 2212 della biblioteca Angelica di Roma, siglato «An» da Andreose e «Rm3» da Marchisio, è un codice cartaceo (217x148) quattrocentesco, di 100 ff. numerati (meno f. 39, caduto) preceduti e seguiti da due carte di guardia e divisi in sette quaderni di consistenza irregolare, chiusi da legatura moderna in pergamena su cartone. Le filigrane rinviano a Firenze, Pistoia, Pisa (tipi «Briquet 6656, 11696, 11902» in Andreose 2000, 72). A ff. 97v e 100v si leggono attestazioni di proprietà che rinviano a «Francesco Benincasa» e «Giuanfranc(esc)o di Nic(ol)ò di Bracesco» (Andreose 2000, 78). Contiene: Viaggio in Terra Santa di Leonardo Frescobaldi (ff. 1r-33r); volgarizzamento odoriciano (ff. 33r-52v), preceduto da due prologhi e diviso in 50 capitoli rubricati coincidenti con quelli di Va8/Ur e Fi8/Co); precetti morali (ff. 52v-53v); Trattato del governo della famiglia di Agnolo Pandolfini (ff. 55r-97v). Incipit del prologo I (f. 33r): «Incominciano e capitoli del libro delle nuove e strane e maravigliose chose che frate Hodorigho di Frigoli dell’ordine de’ frate Minore»; segue indice delle rubriche; incipit del prologo II (f. 33r): « Incomincya il libro delle nuove strane e maravigliose cose che frate Hodorigho di Fruuli del’ordine minoredisse ch’aveva trovato oltra mare nelle tre Indie»; incipit del capitolo 1 (f. 33r): «Con ciò sia chossa che per molti sia narrato e detto diverse et nuove et stranie cose»; explicit del capitolo 50 (sottoscrizione di Odorico, f. 52v): «Et de dì in dy m’aparechyo d’andare a quelle contrade nelle quale mi dispongho di morire o di vivere secondo la volomptà de Dio. Deo gratias amen».